La presente tesi di laurea triennale prende in esame alcuni racconti di Umberto Saba appartenenti a diverse tipologie e scritti in vari momenti. Umberto Saba (all’anagrafe Umberto Poli), scrittore novecentesco triestino noto principalmente per la sua produzione poetica raccolta nel volume Il Canzoniere, ha lasciato in vari momenti della sua attività letteraria, un importante corpus di racconti e persino un romanzo intitolato Ernesto. Lo scopo di questa tesi è di affrontare lo studio della produzione narrativa di Saba analizzando alcune novelle tratte dalla raccolta Ricordi-Racconti. Una parte rilevante della raccolta è costituita dal nucleo intitolato Gli Ebrei, racconti che risultano tutti collegati tra loro dalla tematica relativa al mondo ebraico-triestino con un intento sabiano di ricostruire la Trieste dell’Ottocento. Si riconoscono in essi memorie legate alla famiglia, sebbene l’intenzione autobiografica di Saba rimanga nascosta. L’attività narrativa dell’autore triestino è suddivisa in due fasi, ovvero quella della sua gioventù e quella della maturità. I due cicli di novelle Gli Ebrei e Sette novelle e altri quattro racconti compresi tutti nella raccolta intitolata Ricordi – racconti costituiscono la prima fase, mentre la seconda consiste nei racconti compresi nella raccolta Scorciatioie e raccontini. La presente tesi prende in esame quattro racconti della raccolta Ricordi – racconti e precisamente: Il Ghetto di Trieste nel 1860, Sofia e Leone Vita, La gallina e Storia di una libreria. In conclusione della tesi viene analizzato il ruolo che l’autobiografismo e la psicanalisi hanno rivestito nella produzione letteraria di Saba. Infatti tutte le opere dello scrittore triestino sono piene di elementi autobiografici e in ogni suo racconto il prosatore svolge un’accurata analisi psicologica dei personaggi. L'intento della presente tesi è di valorizzare la produzione narrativa di Umberto Saba, di per sé specifica e originale se rapportata al momento in cui viene prodotta, oltretutto molto lontana dalle mode del tempo, e di darle la giusta collocazione nella letteratura italiana del Novecento.