La tesi esamina i concetti di tempo, spazio e personaggio nei racconti cosmicomici di Italo Calvino che, riuniti sotto il titolo Le cosmicomiche, uscirono per la prima volta nel 1965, quando Calvino, nel distacco dalla poetica del neorealismo che aveva caratterizzato le sue opere precedenti, cominciò a scrivere narrativa fiabesca, allegorica e combinatorica. Anche se per certi versi vicini al genere della fantascienza, i racconti cosmicomici calviniani, spesso ironici e parodici nella loro relazione intertestuale con la tradizione e con le convenzioni di genere, rendono fluidi i confini tra i generi letterari. Il loro carattere ibrido, speculativo e combinatorio rende difficilmente classificabile o addirittura impossibile il loro posizionamento all'interno dei confini di un genere letterario preciso. Le trame dei racconti cosmicomici implicano un tempo incommensurabile e lo spazio dell’universo intero. La voce di Qfwfq, protagonista e narratore, appare come extratemporale, e in alcuni racconti il tempo e lo spazio sono circoscritti, controllati e chiusi in una soggettività che sembra atemporale. A volte si procede per ellissi e riassunti dove i salti temporali sono estremamente immensi, e lo spazio e il tempo estremamente concentrati e condensati. Oltre al tempo, nei racconti cosmicomici viene relativizzato radicalmente anche lo spazio. La percezione dello spazio è ribaltata, e le nozioni di fuori e dentro, di sopra e sotto, di destra e sinistra vengono sovvertite. Lo spazio dei racconti cosmicomici sembra un agglomerato di tantissimi segni, un universo unidimensionale dove non è più possibile fissare nessun punto di riferimento, di partenza e di arrivo, il che alla fine porta alla negazione dell’esistenza dello spazio. Qfwfq è la voce che dice “io”, ed è questo pronome a dare unità e continuità ai racconti cosmicomici. Qfwfq è un personaggio dinamico che di racconto in racconto cambia proprietà trasformandosi in un pantheon di organismi sia macroscopici che microscopici. L’identità, il carattere, l’aspetto fisico e la storia personale di Qfwfq non sono fissi. Si tratta di una specie di essere onnipresente e immortale o addirittura eterno. I personaggi dei racconti cosmicomici sono antropomorfizzati, come lo sono pure le galassie e l’universo intero. Calvino ricorre alla creazione di personaggi antropomorfizzati dai nomi impronunciabili con lo scopo di rovesciare il punto di vista umano, di sfidare l’idea di antropocentrismo e di invitare il lettore ad abbandonare le proprie abitudini percettive, e in particolare la visione antropocentrica dell’esistenza umana e del mondo.